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Libia: qualche riflessione, molte domande, poche risposte

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Autore: Flavio Gori

 

Nelle prime settimane del 2011 avevo deciso di dedicare un po’ di tempo a Twitter. Fino ad allora le mie incursioni su questo spazio web erano state limitate e sporadiche, ma visto l’interesse che in tanti sembravano riporvi, decisi di concedergli più tempo. Ovvero, seppure a sprazzi, circa l’intera giornata per diverse settimane.

Sotto certi aspetti devo dire di essere stato fortunato perché dopo pochi giorni arrivarono le sommosse dell’Africa Settentrionale e dal punto di osservazione dei tweet sembrava di esser nel luogo dove le cose avvenivano, dovunque esso fosse.

Un aspetto interessante, forse anche inebriante perché, come spesso riportavano tv, radio, giornali e blog, l’informazione via Twitter arriva dal produttore (chiunque e dovunque esso sia) al consumatore senza intermediazioni. Oltretutto arriva subito e non dopo un certo periodo di tempo, in quanto non ha bisogno di aspettare alcun tipo di incubazione, nè i rigidi palinsesti imposti dalle regole del information business talvolta inestricabilmente interconnesso con tutti gli altri business dei mezzi grazie ai quali viaggia l’informazione.


Sono bastati pochi giorni per vedere che quanto affermato da chi scriveva sull’Egitto e la Tunisia sembrava in effetti verificarsi, almeno apparentemente, in quanto le masse di protestanti e/o insorti scese in piazza riuscivano a coinvolgere corpi di polizia e dei vari eserciti, tanto che i presidenti di Tunisia ed Egitto furono costretti a far le valigie e tirarsi da parte. A dirla tutta verrebbe da porsi qualche domanda sulla perfino sospetta facilità e rapidità con cui le piazze hanno avuto ragione di regimi fino a poche ore prima definiti ben saldi dalle diplomazie occidentali. Oppure verrebbe da chiedersi su che tipo di intelligence tali diplomazie possono contare.

Ultimo aggiornamento Lunedì 31 Ottobre 2011 15:07 Leggi tutto...
 

Energia Nucleare: I conti non tornano

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Autore: Flavio Gori

 

 

Il disastro di Fukushima fra i tanti e gravissimi problemi che ha creato ha forse avuto il merito di rimettere al centro della discussione alcune questioni che vanno dalla pericolosità del nucleare alla non economicità del ciclo costruzione, uso, smantellamento, radioattività delle scorie di uranio nel tempo.

Al di là della questione sanitaria, pur fondamentale, di cui giustamente molti parlano in questi mesi, per spiegare il mio punto di vista anti nucleare vorrei accennare a uno degli aspetti che molto spesso viene portato come fondamentale: quello economico .

La questione economica è così forte e presente che deve essere valutata attentamente dai politici, dagli imprenditori, dai tecnici e naturalmente da coloro i quali pagano per tutti: i cittadini che pagano le tasse (che non sono il 100% di chi dovrebbe pagarle, almeno qui in Italia).

Dobbiamo però sottolineare che gli imprenditori pare siano una delle poche categorie ad avere le idee ben chiare in proposito, tanto che non hanno mai iniziato la costruzione di una centrale nucleare senza i soldi di uno Stato, nè una banca ha mai finanziato un gruppo di imprenditori a meno che uno Stato non garantisse per loro. Credo che questi due aspetti dicano già molto sul ritorno economico che una centrale nucleare garantisce in confronto alle spese che richiede.

Ultimo aggiornamento Lunedì 31 Ottobre 2011 15:09 Leggi tutto...
 

Le previsioni della I.E.A. per il 2035 e qualche riflessione.

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Autore: Flavio Gori


Il 9 Novembre 2010 la International Energy Agency ha presentato il suo libro 2010 relativo alle previsioni dell’Agenzia per il consumo energetico da qui al 2035. Come ogni anno, l’evento ha raccolto l’interesse di moltissimi esperti provenienti dai settori più disparati.

Negli ultimi anni hanno preso sempre più campo le tematiche relative alle energie rinnovabili e conseguentemente la questione del picco del petrolio, da un lato, mentre dall’altro assumono inevitabilmente sempre maggiore rilevanza le attività di Paesi come l’India, il Brasile e naturalmente la Cina.

Ci sono alcuni grafici estremamente interessanti e dai quali possiamo avere un’idea nitida di come fino a oggi la situazione si è evoluta e di come la IEA prevede andrà da oggi al 2035.

Ultimo aggiornamento Sabato 10 Settembre 2011 09:14 Leggi tutto...
 


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