Lo Scrittoio

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Note autunnalmente estiveggianti

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inizia con questa pubblicazione una breve serie di note, brevi commenti un po' informali (a cominciare dall'impaginazione) con letture non sempre nel flusso, di accadimenti di vario genere.

buona lettura, fg.

 

 

come ogni tanto mi capita, faccio passeggiate da solo. anziché andarmene per boschi, da qualche mese cammino tra la gente e ascolto e partecipo alle discussioni politiche, a sfondo economico, sociale o presunte tali (anche di piccolo e piccolissimo cabotaggio).

le ritengo necessarie per capire dove sto vivendo, avere un'idea su cosa pensa chi vive intorno a me, condividendo grosso modo le medesime questioni, nel bene e nel male.

le mie peregrinazioni sono limitate all'entroterra toscano e in estate alla costa della stessa regione. quest'ultima è interessante proprio nel periodo estivo quando raccoglie persone che usualmente vivono in luoghi diversi: vicini e lontani e di vario livello culturale e sociale.

negli ultimi 2 anni ciò che ascolto ha spesso a che fare con la crisi, ma come le discussioni vengono affrontate, ciò che viene preso come causa, commento e soluzione, risente fortemente di quel che viene ripetuto da tv e giornali. potrebbe essere altrimenti?

forse no. quel che mi lascia più perplesso è che su queste tesi, si riconoscono anche alcuni degli economisti che ogni tanto ascolto dire la loro su vari media, o dal vivo.

mi lasciano perplesso le affermazioni di alcuni giovani economisti, così perentorie da lasciare dubbiosi. come se non avessero informazione di quante volte la loro materia si sia dimostrata inadatta, non dico a prevedere, ma a descrivere la situazione.

c'è un altro aspetto che mi dispiace: un giovane laureato dovrebbe essere una persona aperta, che usa il suo sapere per metterlo alla prova e magari includere in questo, quanto di nuovo può apprendere dalla società, dai suoi e di altri studi, ricerche, intuizioni. non meramente applicare quanto fino ad allora imparato, come fosse 'il verbo unico' e a lui adattare qualunque cosa arrivi.

se neanche da giovani riusciamo ad avere una mente aperta, che differenza abbiamo rispetto ai vecchi che si dice siano sempre più stanchi di conoscere e imparare? ma sarà vero che gli anziani, i vecchi, non hanno più voglia di conoscere? o magari l'esperienza che si sono via via assicurati li porta a conoscenze che i giovani non capiscono e preferiscono ignorare?

l'allenamento di una mente aperta e pronta al dialogo è la mia idea di università degli studi. forse è cambiato qualcosa anche lì e si tende non a imparare a pensare ma a insegnare cosa pensare. non so, è un'ipotesi che mi è venuta in mente ascoltando molti laureati in varie discipline, incluse quelle scientifiche.

ma tornando alle discussioni di carattere economico, potremmo pensare che l'assenza di contraddittorio sulle cause della crisi, si potrebbe pensare che è ovvio ci sia perché quando viene recitato rappresenta le uniche ragioni. un'ampia concordia la vedo, ad esempio, sull'uscire o meno dalla moneta unica: il 90% degli economisti ci mette in guardia e dice che sarebbe un dramma per chi esce.

si, lo so anch'io che circa 3 anni fa, radio24 (confindustria) in una rubrica di sebastiano barisoni raccontava, dati alla mano, come le previsioni degli economisti sembrano meno credibili di quelle degli astrologi, ma siccome io non conosco il livello di affidabilità degli astrologi, questo non mi dice abbastanza.

in questi giorni mi son trovato a ri-leggere un breve libro di loretta napoleoni (il contagio, RCS libri) che racconta alcune cose rispetto a questa crisi e in particolare riporta alcuni dati e riflessioni sul default dell'argentina(anche quello dell'islanda). in particolare ci dice come la quasi totalità degli economisti fosse contraria all'abbandono della parità del peso argentino rispetto al dollaro americano, prevedendo distruzioni superiori rispetto a quelle che tale parità aveva scatenato.

i politici argentini andarono avanti per la loro strada e ora, a distanza di qualche anno, possiamo vedere come il paese sud americano (in qualche modo anche l'isola del nord europa) si stia riprendendo. argentina e islanda si sono in qualche modo affrancate dal fondo monetario internazionale e dalle grandi banche d'affari (forse anche dalle agenzie di rating). entrambe hanno abbandonato il neo liberismo e l'ossessione per l'austerità, madre della recessione. entrambe sono tornate all'economia vera, non di carta.

a metà 2012 argentina e islanda non sono fuori dai loro gravissimi problemi di qualche anno fa, ma li stanno risolvendo a una velocità che appariva improbabile ai loro consiglieri, per lo più membri di grandi banche d'affari che tanto lucravano con i loro consigli indipendentemente dagli esiti che questi portavano. si, un po' come è accaduto con alcuni paesi europei.

nonostante questi esempi, nelle chiacchierate che ho ascoltato qua e la, la gente offre la sua voce come ripetitore di idee altrui, raramente sento tentativi di una diversa analisi.

non credo che questa situazione sia arrivata di colpo. penso sia invece la conseguenza di un impoverimento culturale di cui sembra soffrire non solo la stampa e la tv, ma anche la scuola, da troppo tempo sotto attacco, sia dall'esterno che dall'interno.

mi chiedo se riusciremo a trovare un'inversione di marcia, chi potrebbe fornirla e con quale seguito da parte della popolazione. forse non siamo in grado di riconoscere la nostra attuale condizione, complice anche l'apatia di cui siamo vittime e oggetto, il che mi porta a pensare che non abbiamo scelta: saremo colonia di altri paesi che con un tozzo di pane si prenderanno le cose migliori che abbiamo, lasciando marcire il resto con l'aiuto di alcuni di noi che - al solito - penseranno solo a come sistemare sè stessi e le proprie famiglie più o meno allargate, mettendo in terzo (o quarto) piano il bene comune del paese.

a quel punto, gli italiani rimasti potranno far brillare una delle nostre migliori risorse: il lamento continuo e fine a se stesso. per (s)fortuna avremo molto tempo per metterlo in pratica.

 

fg

Ultimo aggiornamento Mercoledì 29 Agosto 2012 16:48