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La Mia Isola: Delusioni e Incoraggiamenti

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Capitolo 5

La Mia Isola: Delusioni e Incoraggiamenti

di Rosaria Piseri

Precedenti capitoli: Alle mie spalle una vita confortevole a Milano. Mi sono catapultata volontariamente nella piccola isola di Inis Mor, per approfondire il mio interesse scientifico sulle alghe e cominciare una nuova vita.

La primavera e’ alle porte, le giornate si allungano e pian piano mi sto adattando alla nuova vita nonostante le difficolta’ economiche e le delusioni personali. Tuttavia, ancora sento di essere sulla strada giusta e non voglio neppure considerare di arrendermi.

8 Marzo 2001

Oggi stavo passeggiando sulla spiaggia di Killeany quando ho visto passare il furgone di Mark. Al suo fianco c’era Giorgio e Lucia dovrebbe essere tornata da un pezzo. Lascio a loro l’iniziativa di contattarmi.

Tornata a casa, scrivo una email a Lucia. Chiedo di poterci incontrare. Tra un po’ sara’ San Patrizio. Magari organizzano una festa oppure potremmo passare una serata al Pub. Una bella serata come quella per il mio scorso compleanno potrebbe certo rimettermi in buon umore.

I miei germogli sono quasi pronti per essere trapiantati. Devo riprendere a vangare il terreno. Un’altra cosa che ho bisogno di fare e’ lavare le lenzuola. Devo trovare un sistema per sciacquarle bene e senza lavatrice non e’ cosi’ facile!

Intanto le giornate si allungano e cominciano gia’ a spuntare i fiori alpini!

 

 

9 Marzo 2001

Giornata di bucato. Lavare le lenzuola, devo dire, non e’ stato facile. Prima le ho insaponate e poi ho dovuto sciacquarle tre volte, e ho le braccia a pezzi. Pensa quando le nostre nonne andavano a fare il bucato al fiume?

All’esterno della casa, i precedenti inquilini hanno lasciato il filo dei panni steso.

Sembra in buone condizioni. Non credo che le lenzuola abbiano bisogno di mollette!

Ora vediamo di continuare a vangare l’orto. La pioggia ha ammorbidito il terreno, ma le radici dell’erba sono cosi’ profonde e spesse, che non si riesce ad estrarle!

Entro in casa per una tazza di te’. Dalla finestra lo spettacolo del mare blu e mosso e’ davvero mozzafiato. Sto per dire  - Che Paradis... o -  e vedo le lenzuola prendere il volo come una mongolfiera proprio davanti ai miei occhi! Uno si ferma sui rovi adiacenti al muretto del campo e l’altro va a finire dritto sul pezzo di orto vangato.

Non so se ridere o piangere.

Esco di corsa e recupero le lenzuola. Le riporto in casa. Le spulcio delle spine di rovo e le rilavo con rassegnazione.

Meglio che assicuri la biancheria al filo.

 

 

10 Marzo 2001

Il pezzo di terra arata si ingrandisce, lentamente ma visibilmente. Se vado avanti cosi’ a San Patrizio saro’ pronta per i trapianti.

Devo dire che sto cominciando a imparare come agire di vanga. Il vicino non si e’ piu’ interessato ai miei lavori! Dopo vado a chiedergli se mi da qualche consiglio su come fare la semina.

Sulla strada principale, che dista piu’ o meno 200 metri in linea d’aria, mi accorgo che uno dei pulmini che raccolgono i turisti al molo, fa una fermata proprio davanti a me. Scendono due turisti, e scattano una foto. A me? Ma no, non e’ possibile, faranno una foto al paesaggio!

Riporto la vanga in casa e poi mi avvio dal vicino. Lui esce sull’ingresso e previene la mia domanda.

-  Compra un sacchetto di patate e usale per la semina il 16 Marzo. A San Patrizio e’ festa, non si lavora. -  e continua - ti sei procurata una zappa? E’ piu’ facile dissodare il terreno con la zappa! -  e me ne porge una delle sue!  - Tanto io non la uso adesso -  mi dice  - poi me la riporti -

-  Grazie, grazie ...- dico io e torno in casa con il nuovo attrezzo.

 

Nel pomeriggio riprovo a zappare la terra come da consiglio.

Sto per “azzannare” una zolla, quando sento un vociare sulla strada. Il solito pulmino rosso con i turisti e’ ancora parcheggiato davanti a me. Non sento cosa dicono, perche’ sono lontani, ma li vedo fare delle fotografie, anzi, uno ha anche una cinepresa. Buffo. Non c’e’ neppure ‘sta grande visibilita’ oggi!

 

 

11 Marzo 2001

Non posso dormirci sopra! I germogli sono pronti per il trapianto, e io non sono neppure a meta’ della preparazione del terreno!

Anche se piove vado a zappare! Afferro con tutte e due le mani il manico dell’attrezzo, lo elevo sulle mie spalle, e punto con forza su una zolla di terra, che poi si rivela essere impenetrabile.

-  Oddiooo! – urlo di dolore!

Non so cosa ho fatto di sbagliato, ma ho sentito uno strappo netto dietro la schiena! Diciamo che per ora e’ meglio che lascio perdere con i lavori pesanti!

 

-  ... che male incommensurabile!!! – sussurro tra i denti.

 

Guardo verso la finestra del vicino, e lo vedo scomparire in un baleno da dietro la tendina.

Vado verso di lui con la zappa sotto il braccio. Lui mi viene incontro sulla soglia.

-  Che vergogna ... -  penso io.

-  Grazie -  mi dice lui  - sta bene? -

Rispondo  - benissimo! -  e mi giro per rientrare in casa rapidamente!

Una volta dentro casa, comincio a piangere di dolore!! Non e’ neppure un gesto meditato ... Credo sia una reazione istintiva del mio corpo, che pensa che il mio cervello sia andato in vacanza!

Nello zainetto devo avere un anti dolorifico ....

 

 

12  Marzo 2001

Oggi e’ meglio che lasci perdere l’orto. In verita’ non me la sento neppure di andare a recuperare le lenzuola. Vorra’ dire che se piove si risciacqueranno meglio!

Dalla finestra dell’ingresso, vedo transitare sulla strada il solito pulmino. Rallenta, ma questa volta non scende nessuno. Prosegue e sparisce dietro la curva.

 

 

13  Marzo 2001

Stamattina nebbia e pioggia.

Non ho raccolto le lenzuola per tempo, ed ora sono ancora bagnate.

Devo tener controllato il tempo, che non appena sono asciutte vedo di portarle in casa!

La mia schiena va meglio, ma non credo sia il caso di metterla ancora alla prova. Quello che e’ fatto e’ fatto. Trapiantero’ una fila di lattuga, una di carote, una di zucchine, una di ruchetta, un paio di piantine di salvia e il resto patate e topinanbour. E’ gia’ notevole!

 

 

14 Marzo 2001

Lucia e Giorgio mi hanno annunciato al telefono, che mi verranno a trovare stamattina, e mi chiedono se possono venire con me a raccogliere della alghe da mangiare durante la bassa marea.

Finalmente, sembra che tutto torni alla normalita’. Preparo dei biscotti, cosi’ prenderemo un te’, al nostro ritorno dal mare. Eccoli!

Parcheggiano prima del cancelletto e scendono con aria circospetta, silenziosi come se stessero per entrare in chiesa, quando la funzione e’ gia’ cominciata.

Lucia non e’ mai venuta in casa mia, da quando sono arrivata, e Giorgio la trovera’ piuttosto cambiata.

 

I due entrano e si guardano intorno. Li lascio fare. Nessun commento sulla casa. Lucia si accorge dei germogli pronti per il trapianto e mi dice in italiano  - si vede che sei milanese .... non hai certo perso tempo da quando sei arrivata! -

Giorgio, poi, mi invita ad andare a raccogliere qualche alga sugli scogli di Killeany. Non ho nulla in contrario, infilo gli stivali e li seguo col furgone.

Sulla battigia, Lucia ci segue camminando lentamente poi decide di ritornare verso la strada. Noi proseguiamo.

Giorgio invece si incammina verso la fine dello scoglio. Lo seguo ma non capisco cosa vuole fare, perche’ li’ dove sta andando, non crescono neppure alghe! Improvvisamente si ferma e si volta verso di me con una mano colma di acqua e me la getta addosso!

Mi sento tra il confuso e lo stordito, ma non gli chiedo nessuna spiegazione. Sono sicura che un giorno avro’ l’occasione di chiarire ogni cosa.

L’unica cosa che Giorgio mi spiega e’ che quel posto si chiama Pozzo di St. Colmcille. Lo ringrazio per l’informazione, e ci congediamo.

Non mi e’ sembrato il caso di farli tornare a casa mia per il te’. Sara’ per la prossima volta.

- quanto sono strani quei due! – penso,  ritornando verso casa.

 

 

17 marzo 2001

Apro gli occhi e guardo l’orologio. Sono le nove, e non si sente alcun rumore. Niente vento che si infiltra fischiando negli spifferi della finestra, o attraverso il camino, nessuna auto che passa sulla strada, non una mosca che vola.

Certo! Oggi e’ il giorno di San Patrizio e gli abitanti devono aver passato la notte nei pub, oppure a Galway. Non ho ricevuto inviti, ma, forse, dovrei semplicemente prendere ed andarci per conto mio al pub.

Visto che non mi va di andare in paese comunque, direi che questa sia la giornata adatta per fare dei lavoretti all’esterno.

La biancheria e’ ancora stesa, e certo deve essere asciutta, visto che non piove da qualche ora. Se non colgo ora “l’attimo fuggente” dovro’ lasciarla stesa ancora per settimane!

Stacco le mollette e le ripongo in un sacchetto, che estraggo dalla tasca. Quasi quasi le pesanti lenzuola di lino non vogliono neppure piu’ staccarsi, da tanto che le ho lasciate appese ... ma emanano un profumo buonissimo, la fragranza che mi ricorda le estati italiane.

Raccolgo la biancheria candida e asciutta, e la porto in casa. Non mi sembra vero di poter lasciare la porta aperta, senza che mi sbatta alle spalle!

Prima di ripiegare le lenzuola, le porto al viso, chiudo gli occhi e respiro profondamente la fresca fragranza della mia infanzia lontana ...

Ora sono pronta per i miei lavori di giardinaggio.

 

- Finalmente – dico rivolgendomi ai germogli che oramai hanno gia’ raggiunto la grandezza di sicurezza per sopravvivere – oggi vi do’ la liberta’ in campo aperto! -

Allineo i contenitori con le piantine sull’uscio di casa e, un po’ per volta, porto tutto il materiale necessario per i trapianti sul muretto che delimita l’orto.

Il silenzio di una giornata senza vento e’ cosi’ raro, su quest’isola, che mi pare di indossare una cuffia.

No, non sono sorda, perche’ riesco persino a sentire il rumore della mucca dei vicini che strappa l’erba con i denti, e il frusciare dei miei pantaloni anti pioggia mentre cammino sul sentiero.

Ogni tanto, un gabbiano mi sfreccia davanti “sghignazzando”, tale sembra il suo verso. Chissa’ cosa significhera’? Mi sta’ comunicando – Happy St. Patrick’s day! - O sta’ solo ridendo di me?

Finalmente, un segno di vita sull’isola: il rumore del motore di un’automezzo in arrivo. Si tratta del solito pulmino rosso. Parcheggia e la portiera si apre.

Oggi l’acustica e’ perfetta e la voce dell’autista, che si rivolge ai turisti invitandoli ad uscire, e’ udibile come se si trovassero a pochi passi da me!

Non ci posso credere. Mi sembra di capire che stia commentando qualcosa riguardo quanto laboriose siano le donne di Aran!

Ah ah ah ah! Adesso capisco. Sono diventata una attrazione turistica!

 

 

18 Marzo 2001

Al supermercato qualcuno mi riconosce e mi sorride.

Dietro di me c’e’ un mio vicino di casa. Si introduce e mi presenta il medico dell’isola, che sta attendendo il suo turno alla cassa.

Viso che ho l’occasione di parlare con qualche persona locale, avvio il discorso sul tempo, sulle foche di Courough e sulle varieta’ di fiori dell’isola.

Il medico sembra essere estremamente interessata sulla vita delle foche locali, e mi invita ad incontrarci sulla battigia di Courough, per osservare il branco nel periodo della riproduzione. Non vedo l’ora!

La signora che lavora alla cassa e’ diventata la mia consigliera preferita. Sempre cosi’ serena e disponibile! Si ricorda di avermi spiegato tempo fa come fare il pane, e mi chiede se ci sono riuscita.

Quando le racconto dei miei tentativi falliti, ride divertita. Era cosi’ tanto tempo che qualcuno rideva delle mie battute ... che piacere mi fa sentirmi ancora viva!

All’uscita dal supermercato, il mio vicino di casa mi chiede di poter vedere com’e’ l’interno del mio furgone. Mi spiega che non ne ha mai visti di simili.

Sono lusingata dalla sua richiesta, e lo lascio curiosare. Apre la portiera, spiega qualcosa, in lingua gaelica a un passante e entrambi scoppiano a ridere. Poi, mi spiegano il motivo.

- Ogni volta che ti incontravamo per strada, pensavamo che al volante non c’era nessuno – e riepilogano – Il tuo furgone e’ italiano, quindi il volante si trova sul lato opposto, rispetto ai nostri mezzi

– ancora non riesco a capire –

In pratica, abbiamo sempre pensato che tu fossi il passeggero e che nessuno stava guidando il furgone, cosi’, per paura di fare un incidente, ci siamo sempre fermati per lasciare a te la precedenza.

Certo, questo spiega molto sulla estrema cortesia di tutti nel darmi sempre la precedenza!

 

Qualche mese fa, ero “inscatolata” in un piccolo appartamento in una citta’ grigia di asfalto e di smog, tra gente che ha sempre qualche motivo per non essere contenta.

Oggi mi trovo trapiantata in una piccola isola in mezzo all’oceano, immersa nel verde e nel blu, a fare una vita d’altri tempi, in mezzo a gente che sa essere felice con poco.

 

Che cambiamento!

Ultimo aggiornamento Domenica 16 Febbraio 2020 20:31