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La mia Isola: Mistero tra sogno e realtà

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Capitolo 4

La mia Isola: Mistero tra sogno e realtà

di Rosaria Piseri


Precedenti capitoli: Ho lasciato Milano, un marito invalidante, amici e lavoro, per seguire il sogno ricorrente di trasferirmi sulla piccola isola di Inis Mor, dove continuare una ricerca sulle alghe marine e cominciare una nuova vita.

L’energia che mi ha dato la forza di arrivare sulle isole Aran senza esitare, sta calando rapidamente. Ho perso l’entusiasmo iniziale, ma ancora sono determinata nel trovare soluzioni per sopravvivere qui, e sono piú che convinta che il cielo stia dalla mia parte, in questo viaggio voluto dalle stelle!

 

2 febbraio 2001

Ha chiamato Cahal, l’ingegnere della Eircom che installa le nuove linee telefoniche sull’isola.  Gli ho spiegato che ho solo il cellulare e che non ho molta ricezione quaggiú. Dice che ha molto da fare ma fará il possibile per venire settimana prossima. Speriamo!

Stasera c’è tempesta di vento, e l’unico suono che sento da giorni, a parte quello della mia voce quando parlo allo specchio,  è quello del vento che fischia nelle fessure della porta e delle finestre.

In queste lunghe notti invernali emergono tutte le mie paure. I problemi, anche se piccoli, mi sembrano insormontabili, e mi sento vulnerabile in ogni senso.

Dentro di me, avverto spesso due voci contrastanti ed emergenti: la prima mi ricorda continuamente tutte le cose che ho perso lasciando l’Italia, l’altra è simile al canto di uno spirito guida, che mi incoraggia e mi supporta.

 

4 Febbraio 2001

È domenica e tutto tace. Persino i germogli stentano a spuntare.

Nel frattempo ho abbandonato i lavori nell’orto. Aspetteró qualche giornata di bel tempo per proseguirli.

Ora sono un pó triste, ma domani, con la luce del giorno, so giá che vedró le cose diversamente e tutto sembrerá piú positivo!

Il 16 agosto 1991, al nostro ritorno a Dublino dalle Isole Aran, non restavano che due giorni prima del volo di ritorno a Milano. Volevo che i ragazzi potessero ricordare qualcosa di istruttivo, visto che il corso di Lingua Inglese non sembrava aver avuto molto successo.

Il giorno seguente, andammo all’Ufficio Turistico, per organizzare l’ultima visita. Una fotografia mi colpí particolarmente. Ero certa di avere visto quel monumento da qualche altra parte. Chiesi informazioni come si potesse arrivare lí, e mi risposero che avevamo appena perso l’ultimo autobus per la visita di Newgrange. Il costo era comunque piuttosto alto, perchè si trattava della escursione di un giorno.

In alternativa scegliemmo di andare a visitare il castello di Malahide, che sembrava essere la scelta piú adatta anche per i ragazzi. Un vero successo. Non per l’architettura nè le opere d’arte contenute, ma perchè, come ci fece osservare la guida, nella grande sala da pranzo, dove i membri della famiglia cenarono per l’ultima volta, prima di essere uccisi tutti nella battaglia del Boyne nel Luglio del 1691, c’era una piccola porta, dove si dice che vivesse ancora il fantasma del castello: Puk.

Al ritorno alla base presso la nostra famiglia ospitante, i ragazzi non fecero altro che parlare di quello che la guida aveva raccontato.

Una volta tornata in camera, decisi di cominciare a preparare i bagagli per la prossima partenza. Rovesciai il contenuto dello zaino sul copriletto con l’intento di contare tutti gli ultimi spiccioli rimasti e recuperare documenti e biglietti aerei giusto per non farlo all’ultimo minuto.

In una tasca laterale della borsa, intravvidi una rivista di Astronomia che avevo acquistato in Italia tempo fa, giusto per avere qualcosa da leggere durante il viaggio. I ragazzi nella loro camera, intanto, stavano raccontandosi ulteriori storie di fantasmi e devo dire che quella casa era davvero fonte di ispirazione, sotto quell’aspetto!

Mi misi a sfogliare la rivista.


Aprendo a caso, mi apparve ancora la foto di quella che mi dissero si chiamasse Newgrange. Strana coincidenza.

Leggendo, imparai che era una tomba megalitica, in cui ogni 21 dicembre, che è il solstizio di Inverno, la sala funeraria all’interno si illumina con i primi raggi di sole. Il fenomeno presuppone una conoscenza astronomica eccezionale, presso i popoli dell’etá della pietra.  - Altro che i Flingstone -  pensai. Scesi in soggiorno, dove Jane, la nostra ospite, stava preparando il tè delle cinque.

Le chiesi se sapeva dove si trovasse quella tomba, e se pensava che in qualche modo potessimo riuscire a visitarla prima di ripartire.

Jane telefonó ad un Ufficio Informazioni locale, ma era troppo tardi. Mi spiegó che quella zona non era cosí vicina. Bisognava attraversare la cittá e viaggiare verso nord, attraverso la campagna. Ci pensó un pó, fece un altro paio di telefonate e poi mi annunció:  - Bene, domani vi porto a Newgrange, ma dobbiamo partire presto, oppure ci troveremo immersi nel traffico domenicale.

Domenica 18 Agosto, ci svegliammo all’alba. Mi resi presto conto di quale enorme piacere Jane mi stava facendo. Quella era la direzione verso il nord e Drogheda si stava preparando ad accogliere i tifosi di Hurling, uno sport tipicamente Irlandese. Arrivammo a Donore attraverso strade secondarie prive di segnalazione. Alla fine, Jane ci lasció esattamente davanti alla tomba. Chiese all’ingresso se era possibile visitarla e ci offrí il biglietto. Ero imbarazzata e non sapevo come ringraziarla, ma Jane sembrava essere giá pienamente soddisfatta di aver esaudito un mio desiderio!

La tomba era enorme e, certamente, la guida stava dicendo cose interessanti, perchè gli altri visitatori sembravano rapiti dalle sue parole, ma io non riuscii a comprendere molto.

 


Quando venne il nostro turno, entrammo nel cunicolo che conduce alla cella funeraria. Io ero piú che altro preoccupata che i ragazzi non toccassero qualcosa che non dovevano, per il resto, non avevo idea di quale esperienza ci attendesse.

Una volta all’interno della tomba, la guida ci fece posizionare in cerchio, e chiese il silenzio.

Mi girava la testa e avevo una leggera nausea. Giustificai il mio malessere con il fatto che eravamo in tanti in un piccolo spazio e probabilmente mancava ossigeno.

I ragazzi: erano tranquilli e, in silenzio, cercavano anche loro di capire cosa stava succedendo.

Per ottimizzare lo spazio della cella, la guida mi chiese di spostarmi prima a sinistra, poi a destra, finchè mi assegnó la posizione ottimale. Avevo la sensazione che ci fosse qualcuno alle mie spalle, e temevo di schiacciargli i piedi, ma non mi voltai e restai immobile al mio posto.

Il cuore mi batteva a mille, come se fossi ad un appuntamento con un amante segreto. Ero tesa, imbarazzata e stavo quasi per svenire. Vacillai per qualche secondo.

La guida  mi chiese se stessi bene, visto che ero cosí pallida. Risposi di si e la dimostrazione proseguí.


Invece di vivere quello spettacolo cosí magistralmente creato per i turisti, per quanto non sospettassi di cosa si trattasse esattamente, continuavo a preoccuparmi ossessivamente per chi stava dietro di me, avvertivo la sua presenza, il suo respiro, ma non ebbi il coraggio di voltarmi per chiedergli scusa se gli coprivo la visuale.

In veritá, a quel punto, speravo che tutto finisse rapidamente, e la guida ci invitasse ad uscire.

Le luci si spensero e restammo al buio e in silenzio.


La guida, recitando per rendere la simulazione ancora piú efficace, annunció che  -  il dio sole stava per far penetrare i suoi raggi nella sacra terra -  e un raggio di luce artificiale cominció ad avanzare, fermandosi sopra ai miei piedi.

In quell’istante, mi sentii invadere da una fortissima emozione. Fu come se una energia violenta ma piacevole mi avesse attraversato dai piedi all punta dei capelli nel giro di pochi secondi! Sentii la nausea crescere dallo stomaco al cervello e per un attimo temetti di perdere la conoscenza.

Prima di uscire, pensai fosse doveroso dare un cenno di saluto alla persona che cosí gentilmente era rimasta dietro di me per quegli interminabili minuti di spettacolo.

Con mia grande sorpresa, mi resi conto che tra me e la nicchia del dio sole non c’era nessuno. Mi accertai che i ragazzi stessero bene e, prima di imboccare l’uscita, riposi per un ultima volta lo sguardo su quel posto magico. All’uscita della tomba il malessere svaní.

Per tutto il giorno mi sentii  ancora un pó stordita dall’esperienza insolita, ma una nuova energia sembrava essere penetrata nella mia anima!

6 Febbraio 2001

Oggi verrano ad installare la linea telefonica. Sembra che il lavoro sia piú complicato di quanto pensassi, perchè Cahal deve far partire un nuovo cavo dal palo piú vicino, che dista comunque qualche decina di metri.

Meno male che oggi non c’è tempesta. Mi fa paura vedere Cahal che si arrampica sul palo, ma lui sembra abituato, perchè fischietta.

- Guarda che sei fortunata -  mi dice a lavoro ultimato.  - di solito ci vuole almeno un mese di attesa ... -  continua  - ma ho pensato che eri qui sola e potevi trovarti in difficoltá - .

Lo ringrazio e come lui se ne va, provo subito la connessione ad internet.

Devo dire che ora non mi manca proprio niente!

La prima doverosa comunicazione spetta a Cathy. La avverto che ora possiamo comunicare quando vuole.


 

Febbraio 2001

In questo periodo stanno arrivando diverse traduzioni da fare. Meno male, perchè non ho piú soldi, e tra pochi giorni devo pagare l’affitto.

Anche se le mie spese sono minime, soprattutto quelle del cibo, le traduzioni non mi bastano per vivere. Cosa posso fare? Chiederei consiglio a Lucia ma non sembra essere tornata. Se lo fosse, mi chiamerebbe, no?

Le invio una email. Speriamo torni presto.

Vorrei riuscire a riprendere gli studi sulle alghe. Ora dovrebbe essere la stagione in cui alcune specie riprendono a crescere. Domani se c’è bel tempo vado a fare una passeggiata sulla battigia.

La KAL mi manda una email, per chiedermi quando pago l’ultimo pallet di polvere di alghe che mi hanno venduto.

Si tratta di settemila Lire Irlandesi. Come diavolo faró a pagare quel debito? Il pallet è ancora nei depositi di Milano. Devo assolutamente cercare di venderlo.

Telefono agli ex clienti che normalmente potrebbero acquistare in questa stagione, ma mi dicono di avere ancora una certa scorta.

L’incoscienza della mia partenza comincia a pesare. Domani chiamo il mio ex socio e vediamo come fare.

Quando nel 1996 contattai la KAL per la prima volta, la mia intenzione principale fu quella di importare il loro prodotto, un estratto di alga Ascophyllum, per poi rivenderlo in Italia come fertilizzante.

In contemporanea alle mie importazioni, convinsi un agronomo siciliano di effettuare delle prove su campo, in modo da provare l’efficacia del prodotto.

Le importazioni divennero sempre piú frequenti, seppur limitate in quantitá, finchè non scoprii che un’altra importante societá Italiana, importava lo stesso prodotto ad un prezzo inferiore al mio.

Non fu necessaria una indagine. La situazione fu presto svelata dal nuovo direttore della KAL che mi annunciava quanto fosse necessario per loro annullare il mio contratto, e assegnare l’esclusiva ad un distributore di dimensioni nettamente superiori alla mia organizzazione.

A quel punto non restarono che due soluzioni: trovare un altro fornitore di biostimolante di alghe, oppure chiudere la societá italiana, emigrare in Irlanda, produrre estratto per conto mio, e trovare nuovi canali di vendita o appoggio da parte di investitori, in modo da migliorare la disponibilitá di contante.

Piccolo problema: chi avrebbe mai creduto alla potenzialitá offerta da una signora di mezza etá con acquisita instabilitá economica e nessuna laurea rilevante per il settore?


14 Febbraio 2001

Non sono riuscita a dormire un gran chè. Non so cosa fare.

Telefono alla KAL e cerco di giustificarmi. In fin dei conti, è colpa loro se ho dovuto chiudere. Ce la faró a pagarli, purchè mi diano un pó di tempo.

Il postino mi ha portato la posta per la prima volta. A parte la prima bolletta della

Eircom, che comunque mi aspettavo, c’è anche una lettera da Cork. La apro: un assegno di Cathy. Sembra che avessi qualche arretrato da ricevere perchè l’assegno è di mille e duecento Lire Irlandesi. Arriva giusto in tempo per poterlo versare in Banca, cosí posso pagare qualche mese di affitto e comprare del carbone per il camino!


15 Febbraio 2001

Giornata serena. Oggi vado a fare una passeggiata sugli scogli di Courough.

Dalle alghe portate dalla tempesta, mi rendo conto che ci sono specie piuttosto interessanti.

Raccolgo piccole quantitá da seccare e catalogare. Un giorno di questi, vado a chiedere all’Universitá se mi danno qualche consiglio.

A parte il fatto che non so nuotare, sembra che io sia nata per vivere sul mare. Mi emoziono quando sono sul traghetto, mi calmo al rumore delle onde, e quando sono sugli scogli durante la bassa marea, mi sembra di non aver mai fatto altro in vita mia! Ma siamo sicuri che i miei antenati siano tutti Lombardi?

22 febbraio 2001

Il cielo è terso. Milioni di stelle pulsano sopra di me, quasi vogliano ricordarmi che io non sono che una minuscola goccia nell’Universo.

Vorrei sdraiarmi su un prato, come facevo nelle notti di estate durante la mia adolescenza.

Solo quando ci mancano i vantaggi della giovane etá, e le opportunitá allora disponibili, ci rendiamo conto di quanto avremmo potuto influenzare positivamente la nostra vita!

Cosa resta della mia esistenza? Sono ancora in tempo per farne qualcosa di buono?

Ultimo aggiornamento Domenica 16 Febbraio 2020 17:59