La Mia Isola: Capitolo 11 – Antiche leggende e realtá

Domenica 05 Aprile 2020 14:21
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Sono passati quasi sei mesi dal mio arrivo sull’isola. Non é solo l’ambiente intorno a me ad essere diverso rispetto alla mia vita precedente. Sono cambiata io, nel profondo della mia anima.

Le cerimonie celtiche sapevano legare gli umani alla madre terra e viceversa. Forse anche per me é giunto il momento  di celebrare la mia trasformazione.

 

 

 

21 Giugno 2001

Dalle tendine entra un raggio di sole, che illumina tutta la stanza e mi sveglia. Guardo l’orologio e mi accorgo che sono solo le 5, e il sole é giá alto.

Oggi é il solstizio d’estate, e mi chiedo se ci sará qualche festa tradizionale celtica per l’occasione.

Nel mio quartiere sembra piú che altro che stiano ripulendo tutte le case, perché gli abitanti accumulano vecchi mobili e altri oggetti da buttare in una zona protetta da muretti a secco.

Il mio vicino di casa, impila del materiale in modo da formare una piramide. Gli chiedo cosa sta facendo e mi risponde - Bon fire- . Non ho idea di cosa sia, e sono curiosa, ma non voglio interrompere il suo lavoro. Mi congedo. Forse Ann, se la chiamo, mi puó spiegare di cosa si tratta.

Tutto chiaro ora! Ann mi spiega che stanno preparando i faló da bruciare il 23 di Giugno notte, e che si tratta di una festa pagana, in concomitanza con il raccolto.

- Noi Cristiani celebriamo il battesimo di San Giovanni Battista – mi dice Ann. – il 24 sará l’inizio di una nuova vita, alla luce del messaggio evangelico –

So che Ann é molto cattolica e non potevo aspettarmi la spiegazione dal punto di vista dei Celti, ma sono certa che lo capiró.

23 Giugno 2001

É una bella giornata, e i panni stesi sono asciutti e profumati. Li vado a raccogliere rapidamente, e mi accorgo che Giorgio si sta avvicinando.

Appoggio la biancheria nel cesto, e lo accolgo in casa cercando di celare la mia sorpresa.

Si siede al tavolo del soggiorno, e comincia a rompere il ghiaccio con i soliti commenti sul tempo.

Lo interrompo, scusandomi, e poi decido di fargli una domanda a bruciapelo, in modo da evitargli di riuscire a mettere insieme qualche menzogna.

- Posso sapere cosa diavolo vi ho fatto, che da mesi mi evitate come la peste bubbonica?-

- Non é vero-  mi risponde arrossendo.

Mi infurio ancora di piu’, ma cerco di contenermi.

-  Non puoi capire ...-  continua lui, guardandomi con la sicurezza di chi ha giá una idea precisa di cosa sta per dirmi, e che lo giustificherebbe.

- Lo scorso mese di Ottobre, tu e Lucia eravate contenti del mio arrivo sull’isola, e mi avete aiutato a trovare la casa-  dico io senza fare pause. - Improvvisamente, a Novembre, avete cominciato a convincermi a cambiare idea riguardo il mio trasloco, e continuo

- Conoscendo la data del mio arrivo, tu hai pensato bene di prenotare una lunga vacanza e Lucia non si é mai degnata neppure di chiamarmi al suo ritorno ....-


Giorgio mi interrompe prima con una serie di scuse, e poi, con calma, mi annuncia

-  Ti ho giá detto che non puoi capire!-   e gli rispondo alzando la voce - Capire cosa?- .

Allora lui abbassa la voce .... e siccome sono certa che é una teoria della strega della sua ragazza, che conosce le tecniche per condurre le discussioni, continuo a replicare ad alta voce senza neppure prendere fiato

- Va al diavolo! Dopo mesi di isolamento mi vieni a dire che ci sono cose che non conosco?-  sorrido nervosamente, e mi appoggio allo schienale nel tentativo di incoraggiarlo a parlare, una volta per tutte!

- É tutta colpa di una strega-  mi rivela, fingendo di essere sollevato per essere riuscito a cominciare il discorso.

Rimango ammutolita, e lo guardo fisso negli occhi, mentre lo invito a continuare. - Ti giuro, non sto scherzando, é colpa di una strega che veniva sull’isola tutti i fine settimana-  e poi prosegue - Chiedilo a Lucia se non ci credi-

Dopo qualche secondo, necessario per respingere la voglia di prenderlo per il collo, gli rispondo che non chiederó a nessuno di spiegarmi la storia, e che lo deve fare lui, subito, e senza perdersi in parole inutili.

Allora prosegue - Lo scorso Novembre, arrivó sull’isola una certa Celine. Era ospite di Katia e veniva a bere al Pub sotto casa- .

Non parlo, e non gli scollo gli occhi di dosso.

- Era molto simpatica, e non avremmo mai sospettato che potesse essere .... una strega-  e ancora

- Veniva da Belfast ma era Sudafricana, almeno cosí ci aveva detto. Ogni Venerdí, arrivava col traghetto, e tornava nel nord la domenica sera-

Sento le vene sulla tempia pulsare, come se stessero per scoppiare, ma sono cosí ansiosa di andare a fondo a questa storia che non fiato neppure.

- Io avevo creduto che Celine fosse davvero una specie di veggente-  dice proseguendo - prima mi disse che sull’isola stava per arrivare un’altra Italiana, che avrebbe lavorato col mare, e lo ritenni straordinario, anche se avevo il dubbio che qualcun altro potesse averglielo detto, poi cominció ad intimarmi di non avere nulla a che fare con quella donna, perché sarebbe stata pericolosa per me!-

A questo punto devo interromperlo - ... e tu le hai creduto?-

- Sí, mi risponde, in fondo io non ti conoscevo affatto, e lei potrebbe avere avuto ragione!-

- G-r-a-z-i-e-  gli sussurro con voce fioca, come se fossi stata investita da un autotreno.

- Celine mi seguiva sempre dappertutto e, siccome non le avevo detto che Lucia fosse la mia ragazza, cominció a corteggiarmi apertamente.-  continuó lui  - Al mio rifiuto, diventó insistente, e cominció a perseguitarmi-

E ancora

-  Mi minacció maledicendomi, e allora capii che forse quello che aveva detto su di te non era vero ...-

Invito Giorgio ad uscire di casa e a condividere con la sua ragazza il mio piú sentito - Vaffanculo!-

 

Mentre si alza, e si dirige verso la porta, gli chiedo un’ultima spiegazione: - Come mai qualche volta mi avete comunque trattato gentilmente?-

- Perché avevamo paura che tu potessi farmi del male-  mi risponde

E poi mi viene in mente un fatto particolare, e chiedo

- ricordi il giorno che andammo sugli scogli, e tu mi spruzzasti dell’acqua per giocare?-

Risponde - Sí, certo, non volevo giocare; era l’acqua benedetta di San Columcille ....-  Lo interrompo brutalmente:

-  ... e tu pensavi che essendo malvagia ... mi sarei trasformata in cenere? É cosí?-

Non voglio sentire la sua risposta e gli chiudo la porta dietro le spalle.

Al rombare della sua auto che se ne va, mi sento svenire. Emetto un grido liberatorio, tanto nessuno mi puó sentire, e poi decido di uscire a fare una passeggiata .... non riuscirei comunque a fare altro!

Sento che il mio stomaco non sarebbe in grado di digerire, se cenassi, quindi decido di incamminarmi verso il Black Fort, luogo ideale per meditare!

Per arrivarci devo attraversare quasi tutta l’isola, ma é una bella giornata! Perché no?

Per strada, incontro una quantitá di persone che si dirigono verso l’estremo a nord, dove il fuoco é giá stato acceso.

Una delle donne, che riconosco, in quanto ci troviamo a viaggiare spesso inseme sul traghetto, mi riconosce e mi chiede se voglio un passaggio per il Bon fire. - No, grazie-  le rispondo. - Vado sul Black Fort- .

- A quest’ora?-  mi chiede. - Potrebbe essere pericoloso, e potresti inciampare nelle rocce!-

- Staró attenta- , le rispondo, mentre imbocco il sentiero che porta alle scogliere.

Il sole sta per tramontare, e ancora mi aspetta un’ora di strada. Decido di allungare il passo, prima che il buio mi colga nel punto piú pericoloso della costa.

Conosco bene la direzione, e so che é meglio arrivare con un pó di luce, in alcuni passaggi.

Nessuno mi segue né mi precede, perché tutti sono impegnati a vedere i fuochi.

Il sentiero termina con un muretto a secco. Di lí arrivo alla scogliera e poi cammino sul bordo finché arrivo al Forte. I licheni fluorescenti, sulla roccia calcarea, mostrano disegni non visibili durante il giorno, e danno l’idea di far parte di un mondo magico, di cui mi si stanno schiudendo le porte.

A tratti ho un pó di paura, che mi rende la passeggiata emozionante, pur senza crearmi panico.

Il passaggio finale, a picco sul mare questa sera non sembra intimorirmi, anche se l’altitudine mi inquieta sempre. Devo farmi coraggio per varcarlo.

E mi trovo all’interno.

Sono talmente soddisfatta della mia escursione, che ho quasi dimenticato la delusione ricevuta poche ore prima.

Anche se sono partita con l’idea di pernottare quassú , all’aperto, ora comincio a rendermi conto della pazzia nell’osare tanto. Il cielo peró é sereno, il vento non troppo insopportabile e lo spettacolo dell’universo sopra di me, e intorno a me, mi lascia estasiata.

Un promontorio, all’esterno del Forte, mi sembra offra il punto piú idoneo per la mia veglia notturna, ma presto sono forzata a cambiare idea da un un gabbiano, che avendo il nido nella scogliera, mi attacca, piombando su di me dall’alto, dopo aver piroettato nell’aria, emettendo un verso simile ad una risata.

Mi sento cosí stupida ed impotente, a fuggire, dopo essere stata intimorita da un uccello che pesa solo poche centinaia di grammi!

Nel frattempo, il tempo cambia repentinamente.

Il buio e la pioggia, renderebbero davvero pericoloso il mio rientro, oltre al fatto che dovrei riprendere la lunga via del ritorno a casa, senza aver riposato per nulla,  decido di non avere altra scelta se non appoggiarmi ad uno dei muretti del forte e restare riparata, almeno fino alle 3 e mezza di mattina, quando la luce ritornerá ad illuminare i passi.

La temperatura sta scendendo drammaticamente.

La pioggia scende su di me, scivolando sulla giacca impermeabile, ma non posso evitare di inzuppare i jeans. Stranamente, non sento freddo e neppure sonno.

Sento scorrere l’acqua tra le fessure della roccia sottostante. É come se mi trovassi su un torrente in piena. Non ho altra posizione migliore di questa, e posso solo aspettare con pazienza.

All’orizzonte c’é sempre un pó di luce, e l’atmosfera é davvero magica. Capisco perché questo luogo sia stato scelto per fare ceremonie propiziatorie.

Il silenzio é rotto solo dal rumore dell’acqua e del vento.

Per ripararmi maggiormente, mi sposto vicino alla parte piú alta del muretto. Sono comodamente appoggiata, ma non posso sedermi sulle pietre bagnate e neppure sdraiarmi sull’erba grondante di pioggia gelata.

Penso. Medito sulle mie scelte di questo ultimo anno, sui rischi che comincio ad intravvedere, e soprattutto sul fatto di essere caduta in situazioni sbagliate.

E se le analisi dei miei estratti dimostrassero di non avere alcun valore? Se non riuscissi a vendere a sufficienza per sopravvivere?

Ma soprattutto, quanto ha influito la presenza di Giorgio e Lucia sulla mia scelta del luogo? Non sarebbe meglio considerare di trasferirmi lungo la costa ad ovest, sulla terra ferma, e trovare un lavoro stabile?

É vero che non ho mai avuto la possibilitá di conoscere la vera gente del posto, quella nativa di Aran. Dovrei forse cominciare a farlo?

Insomma .... resto ad Aran o me ne vado?

Estraggo la mano dalla tasca, per rendermi conto dell’ora.

Sono le due meno venti.

Devo restare in questa posizione per due ore almeno.

Il tempo trascorre cosí lentamente, quando vorresti che passasse in un baleno .. chiudo gli occhi e respiro profondamente, godendomi il rumore della natura che mi circonda!

Dopo qualche minuto, decido di controllare nuovamente l’orologio. Infilo la mano nella tasca interna, e mentre guido la mano attraverso gli strati di vestiario, penso:

- Che diamine, Rosaria, se guardi l’ora ogni 5 minuti, due ore non ti passano piu’!-

Con scioccante sorpresa, l’orologio segna le quattro meno venti. Deve essere impazzito!

Estraggo il cellulare per accertarmi, e mi rendo conto che sono davvero trascorse due ore!

Lí, in piedi, in condizioni in cui non si puó certo riposare, né tanto meno dormire, ho perso la conoscenza senza rendermene conto minimamente! Incredibile!

Se non fosse che sono ansiosa di ritornare sui miei passi senza tergiversare, cercherei di capire cosa é successo, ma, alla fine, quello che importa é che sono in piena forma, non ho sofferto il freddo e la pioggia é cessata.

Scendendo, ho la sensazione di sentirmi molto meglio, anche mentalmente.

Una notte, trascorsa in uno dei cuori pulsanti dell’isola, mi ha ristorato, e credo di essere decisa ora: anche se sono piú che mai sola, sono contenta di vivere qui, e sento che anche Aran é contenta di avere me.

Arrivo a casa che il sole é ormai sorto da un pezzo. Il sonno é piú forte della fame, mi tolgo i vestiti bagnati e mi infilo sotto le coperte.

Buona notte, Aran! Domani sará un nuovo giorno ricco di emozioni, e, come per i Cristiani, mi sentiró una persona nuova, lo sento!

Ultimo aggiornamento Mercoledì 13 Maggio 2020 08:01