La Mia Isola, Capitolo due.

Sabato 04 Gennaio 2020 14:19
Stampa

Capitolo 2

Benvenuta in Irlanda

Autore: Rosaria Piseri

 

 

15 Gennaio 2001

Raggiungo Galway nel tardo pomeriggio. Giorgio dovrebbe avermi prenotato il trasporto del furgone sull’isola, ma non mi ha mai inviato una conferma e non risponde al telefono.

Decido di verificare direttamente con la Compagnia Cargo. Probabilmente è tutto a posto!

È domenica e al molo non c’è nessuno, ma la nave sembra essere carica e pronta a partire. Ho la sensazione che non mi stessero proprio aspettando! Ora cosa faccio?

Mi presento al B&B Petra, dove ho giá soggiornato altre volte. Mi riconoscono. Hanno una stanza. Fantastico!  Domani si vedrá.

Mentre mi preparo per una salutare doccia calda, il telefono squilla. È Giorgio che finalmente ritorna le mie chiamate. Dalla voce sembra infastidito.

Non capisco. Lo scorso Ottobre, lui e la sua ragazza, Lucia, mi aiutarono a trovar casa. Si era offerto spontaneamente, di aiutarmi ad ambientarmi sull’isola, ma oggi mi da l’impressione che entrambi cerchino di farmi cambiare idea riguardo al mio trasloco.

Beh, se hanno dei buoni motivi al riguardo, potrebbero almeno essere sinceri e dirmi la veritá invece che negarsi!

In ogni caso, anche se volessi traslocare altrove, è troppo tardi ora per cambiare idea. Ho giá versato un mese di anticipo al proprietario della casa, e ho deciso che continueró sulla mia strada, nonostante tutto.

 

 

Conobbi Giorgio durante un meeting di lavoro in Italia. Mi raccontó che si era trasferito in Irlanda negli anni ’70, per evitare il servizio militare, poi lavoró come taxista a Galway per anni, e poichè il suo nuovo lavoro come corrispondente di un Tour Operator italiano, poteva essere svolto a domicilio lui decise di scegliere come residenza Inis Mor, la piú grande delle Isole Aran.

Quale coincidenza, Inis Mor era una delle mie passioni: avevo letto ogni possibile testo sulle Isole Aran, specialmente su Inis Mor, sulla quale avrei voluto trasferirmi dal lontano 1991, quando vi trascorsi qualche giorno come turista. Gli rivelai che non sapevo nè come, nè quando, ma il mio desiderio piú grande era di riuscire a trascorrere gli ultimi anni della mia vita proprio lassu’!

Uno degli ultimi giorni del meeting, Giorgio mi invitó a visitare l’isola. Anche se la visita si limitó a un solo giorno, mi bastó per rinnovare in me questa specie di “amore a prima vista” per quel luogo magico.

Mantenni i contatti con Giorgio e, quando in seguito mi presentó la sua nuova compagna, pensai di aver trovato in loro preziosi amici. Mi sbagliavo?

 

 

16 gennaio 2001

Quando suona l’allarme del cellulare, mi da l’impressione di essere ancora nel cuore della notte. È ancora buio, ma il traffico di Galway è giá intenso. Mi preparo e scendo.

Durante la notte la temperatura è scesa sotto lo zero, e i vetri del mio furgone sono congelati.

Il proprietario del B&B mi invita a non scoraggiarmi. - Metti in moto prima di mangiare - mi consiglia saggiamente  - cosí potrai scongelare il furgone senza problemi - .

Dopo una abbondante colazione, torno in camera per riprendere il mio bagaglio, che spingo fuori dalla porta.

Nel frattempo, qualcuno mi ha versato dell’acqua calda sul parabrezza ed ora sono veramente pronta a ripartire. Mi giro verso l’ingresso e vedo il mio ospite che porta in mano la brocca vuota e ancora fumante. Alza la mano in segno di saluto.

- Benvenuta in terra d’Irlanda -  dico tra me e me, e finalmente comincio a sorridere!

Sono quasi le dieci. So che la nave cargo sta per lasciare il molo di Galway. Arrivo giusto nel momento in cui il capitano riprende la cima, mentre l’imbarcazione, stracolma, lascia la terra.

Vado in ufficio e chiedo se è possibile prenotarmi per il giorno dopo. Mi spiegano che non hanno posto fino alla prossima settimana, ma possono mettermi in lista di attesa. Chiedo se non hanno avuto istruzioni da Giorgio e si stupiscono perfino della domanda.

Sono furiosa e veramente sorpresa di questa dimenticanza!


Cerco di comunicare con Lucia, ma non risponde. Richiamo Giorgio che mi farfuglia una risposta. Non ho capito, ma immagino sia una scusa.

Ora, mi sovviene che Lucia, probabilmente, è in Italia per le vacanze invernali. Ma decisamente c’è qualcosa che non va nel comportamento di Giorgio. Anche volendo, non riesco a giustificarlo. Tornare al B&B mi piacerebbe, ma i soldi stanno finendo rapidamente. Allora decido di lasciare il furgone nel magazzino della Compagnia Cargo, in attesa del prossimo imbarco possibile.

Ovviamente, senza accesso al furgone, non posso neppure accedere a vestiti di ricambio, che sono nella valigia incastrata tra oggetti sistemati alla rinfusa, pile di libri e mappatelle di ogni tipo. Mi faró bastare quello che ho nello zainetto.

Prima di intraprendere il viaggio per Rossaveal, dove mi imbarcheró per Aran, decido di approfittare per prenotare una linea telefonica fissa e procurarmi un cellulare irlandese.

Passo prima dalla sede della Vodafone a Eyre Square e chiedo di vendermi un portatile.


Mi chiedono l’indirizzo e una prova che sono residente in Irlanda.

- Non ho ancora la residenza ufficiale  –  rispondo – ma ho una casa in affitto che mi aspetta -  .

- Va bene -  dice l’impiegato gentilmente - dammi una bolletta intestata a tuo nome e per me va bene - .

- non ho nessuna bolletta -  dico io.

- una carta di credito Irlandese -  chiede lui.

- Ne ho solo una italiana -  rispondo io.

- Hai un conto in una Banca Irlandese? -

- no -  rispondo io.

- Allora ... -  mi suggerisce - apri un conto corrente e torna quando hai una bolletta - .

Non ho neppure la forza di inquietarmi. Non so piú cosa pensare. Ma ancora ritengo di avere fatto la scelta giusta venendo in Irlanda.


Esco dalla Vodafone, ed entro nell’ufficio della Eircom. Se avessi una linea fissa potrei ottenere anche una bolletta.

- Vorrei chiedere l’installazione di una linea telefonica fissa -

- ah, bene -  mi risponde l’impiegata, e prosegue  - dammi la copia di una bolletta - .  - - - non ho una bolletta -  rispondo.

- provami che sei residente -  continua lei.  - hai un conto corrente bancario? -

- non ancora -  rispondo io.

- a noi va bene anche la copia dell’estratto conto bancario -  ribadisce lei gentilmente.

- Va bene. Arrivederci! -  rispondo ed esco.


La cosa migliore che posso fare è dunque aprire un conto in banca, dopodichè risolveró tutto il resto.

Entro in Banca e attendo il mio turno.

- Vorrei aprire un conto -  chiedo.

- Bene, risponde l’impiegata  - Dove risiedi? -  mi chiede.

- Ad Inis Mor -  rispondo.

- Hai una bolletta? -

A questo punto ho un attacco isterico.

La povera ragazza non riesce a capire cosa sta succedendo e decide di passare il caso al suo superiore.

Dopo essermi calmata, spiego a loro due tutta la vicenda, e, comprendendo la mia buona fede, decidono di aprirmi il conto corrente sulla fiducia.

Per quanto riguarda la linea telefonica fissa e il cellulare, ci penseró settimana prossima.


Alle 16 prendo l’ultimo autobus che porta a Rossaveal. Il traghetto è in orario. Finalmente questa sera siederó davanti al fuoco in casa mia.

Telefono a Giorgio. Gli spiego che arriveró col traghetto questa sera. Lui ha le chiavi della casa, quindi, purtroppo, ho bisogno di incontrarlo.

Mi propone di restare a Galway ancora una notte. Ancora, non riesco ad accettare la trasformazione nel suo comportamento.

- Mi dispiace che tu voglia posticipare il mio arrivo -  gli rispondo al telefono - sono giá sulla strada per Rossaveal e, scusami, ma questa sera voglio dormire a casa mia! -

La telefonata si interrompe.


Durante la traversata sono veramente perplessa. Ho avuto una giornata tremenda e non posso assolutamente posticipare il mio arrivo.

Prendo in mano il cellulare. Sto per fare il numero. Lo rimetto in tasca. Lo riprendo in mano e ora sono decisa: invio a Vincenzo un SMS.  - Mi spiace che tu abbia cambiato idea sul mio arrivo. Comunque io sono sul traghetto. Non importa se non vieni a prendermi al molo.  Faró in qualche modo - .

Il mare è calmo e mi sento giá meglio. Sará il rumore delle onde o sará semplicemente che la mia incoscienza non mi permettere di considerare la gravitá della situazione, ma sono contenta di mettere finalmente piede nella nuova casa.

Al mio arrivo al molo dell’isola non c’è nessuno.

Pioviggina, ma non è un problema, perchè sono carburata come un treno a tutto vapore. Speriamo che le chiavi siano sulla porta di casa.

Ecco venirmi incontro Giorgio, alla guida di una vecchia auto arrugginita. Formalmente gentile, mi offre un passaggio e mi consegna le chiavi. Ribadisco che non ho problemi anche a camminare, ma lui mi interrompe.

- Certo che avresti problemi ... -  e mi apre la portierá per invitarmi a salire. Prosegue per poche centinaia di metri, e parcheggia davanti al supermercato.

- Aspetta qui – mi ordina, poi entra nel negozio e ritorna con due blocchi di torba (imparo che si chiamano briquettes), una scatola di barrette accendifuoco e un sacco di carbone.

- Se non accendi il fuoco stasera -  mi spiega con un tono di chi sa quello che dice,  - domani ti troveranno assiderata! -

- Oh -  accenno. A questo non avevo proprio pensato.


La casa è molto piú distante di quello che mi ricordavo. Come diavolo avrei potuto raggiungerla prima di notte? e come avrei fatto a riscaldarmi?

Non posso che ringraziare Giorgio e dimentico il mio astio nei suoi confronti.

Arrivati davanti a casa, Giorgio apre la porta e comincia ad accendere il fuoco senza fare alcun commento. Mi esorta ad osservarlo, cosí, da domani, saró in grado di farlo da sola: un pezzo di torba e un pezzo di barretta accendifuoco, poi un’altro pezzo di torba e un’altro pezzo di barretta, e cosí via finchè costruisce un castelletto. Poi da fuoco con un accendino che ha in tasca e mi lascia l’accendino sopra al camino.

Intanto io mi guardo intorno. La casa sembra alquanto inospitale.

- Questa casa viene affittata solo d’estate e non è adatta per essere abitata in questo periodo dell’anno! – mi spiega, mentre continua a darmi istruzioni su come sopravvivere al freddo inverno di Aran.

Non avendo il mio furgone, non posso recuperare le mie coperte, nè mettere le lenzuola sul materasso, peró in casa c’è un piumone nuovo,  lasciato dal padrone di casa. Me lo faró bastare.

Il fuoco comincia a scoppiettare, e lentamente mi sembra di sentirmi piú a mio agio.  Giorgio tira fuori dalla tasca una torcia elettrica e mi dice  - procuratene una, domani, perchè se rimani senza corrente almeno hai una luce -


Non parlo. Ascolto solo. Sono sconvolta. Non oso neppure chiedergli dov’è Lucia e come mai non riesco a comunicare con lei.

Giorgio va in cucina con la torcia accesa e comincia a cercare qualcosa sulla parete.  - Eccolo - , dice.

- Cosa? -  chiedo io.   - Il tuo contattore -  dice lui.

- Hai monete da mezza Lira Irlandese? -  chiede lui.

Frugo nelle mie tasche e ne tiro fuori una.

- Meno male - dice lui - perchè ti servirá per tenere in funzione la corrente -

- Il contattore viene azionato a monete, ma accetta solo quella esagonale da 50 pens.  mi spiega Giorgio

- È una sicurezza per il padrone di casa, che pagherai l’elettricitá  - aggiunge, e poi si congeda.

- Domani parto per una vacanza -  mi annuncia prima di salire sull’auto.  - Va bene -  dico io, celando la sorpresa.  - Torneró tra cinque settimane. È stata una decisione dell’ultimo minuto. Vado in Brasile -  e poi riparte, prima che io possa riprendermi dallo shock.

- Ma perchè non avvertirmi? Avrei posticipato il mio arrivo, oppure l’avrei anticipato! - penso.


Chiudo la porta di casa e mi appoggio alla parete per non collassare. Sento il motore rombante della sua vecchia auto scoppiettare sulla strada, finchè non scompare dietro l’ultimo tornante.

- ehi, aspetta un momento -  penso ad alta voce.  - Al telefono Giorgio aveva insistito perchè posticipassi il mio arrivo di un giorno .... ma lui domattina presto partirá per il Brasile -  sento il mio stomaco rivoltarsi, il mio cuore battere a mille. Se qualcuno mi avesse preso a schiaffi non credo che ci sarei rimasta piú male di cosí.

Per fortuna ora ho altro di piú importante di cui preoccuparmi, ma certo, un giorno, gli chiederó almeno di tentare di darmi una spiegazione.

Il panorama dalla finestra della cucina è mozzafiato, e sono contenta della scelta, nonostante tutto.

Inserisco la moneta nel contattore. Speriamo duri per un pó.  Naturalmente è meglio non accendere il calorifero elettrico. Potrebbe esaurire la corrente e in poche ore potrei restare senza luce. Domani vado al supermercato e mi faccio cambiare una banconota.


Mentre rovisto qui e lá nella casa, il fuoco si estingue. Lo riaccendo e si estingue nuovamente. Questa operazione mi tiene occupata tutta la notte, finchè mi addormento stremata sul divano, indossando la giacca a vento e coperta dal piumone. Speriamo di sopravvivere alla notte!

Ultimo aggiornamento Sabato 04 Gennaio 2020 22:52