Fraternità coi musulmani a Loppiano

Mercoledì 16 Febbraio 2011 17:16
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Autore: Stefano Ceccatelli


Domenica 31/10/2010 a Loppiano, Incisa V.no (FI) c’è stata una bellissima giornata di dialogo fra seguaci di religioni diverse. Eravamo presenti in 600, cristiani e musulmani, del Movimento dei Focolari e di molte comunità islamiche italiane.
E’ stata una giornata festosa, fraterna, variopinta, internazionale, pacifica, intensa, serena, nonostante che Loppiano quel giorno ci avesse predisposto un clima piovoso e ventoso. Ma il clima era quello di una famiglia che si ritrova per festeggiare un evento, un anniversario, una tappa importante.
L’occasione era ghiotta: si teneva il primo congresso italiano di dialogo interreligioso fra musulmani e cristiani organizzato dal Movimento dei Focolari e intitolato “Percorsi comuni verso la fraternità”.


Tantissimi i giovani presenti, ed anche questo era un segnale di buon auspicio.
Le emozioni per me erano cominciate già nella prima mattinata quando, nella macchina di Maurizio Certini, Direttore del Centro Internazionale studenti Giorgio La Pira, ho rivisto l’amico musulmano Mohamed Osman. E’ stato veramente una gioia profonda per me rivederlo dopo anni ed il viaggio d’andata è scorso via in un baleno fra racconti reciproci sulle rispettive attività e riflessioni sul presente, per il quale servono a tutti luci di speranza.

E le luci di speranza sono venute da Loppiano, diventando in certi momenti davvero abbaglianti, tanto mi hanno colpito alcune delle testimonianze riportate.
Raccontare in poche righe una giornata intensa come quella non è possibile e nemmeno ci proverò. Mi limiterò a semplici “pennellate” per descrivere qualcosa che mi ha davvero colpito.
Al mattino senz’altro lo straordinario video di Chiara Lubich a New York nella Moschea di Malcolm X ad Harlem di fronte a seimila musulmani, uomini  e donne, bianchi e neri: vi era stata invitata, anzi tornava lì per la seconda volta in quell’anno 2000, dopo che già l’anno precedente, di fronte a migliaia di persone, aveva stretto un patto di fraternità e di amore reciproco con l’imam W. Mohamed che, dopo averla conosciuta, era rimasto colpito dall’universalità del suo messaggio.

Mi ha colpito immensamente quel grido finale di Chiara “WE ARE WE” (“SIAMO NOI”), dove in quel NOI non si negavano le diverse identità (uomo-donna, cristiano-musulmano, africano-europeo-asiatico...) ma le si superano in nome di un ideale più grande: L’UNITA’ appunto, da costruire stabilendo CON TUTTI rapporti di fraternità e di amicizia.
Nel pomeriggio, grazie anche all’amico marocchino seduto vicino a me, ho potuto meglio apprezzare la splendida sala che ci ospitava, allestita con una scenografia che ricordava l’interno di una dimora marocchina.
Su quei variopinti divani si sono seduti i quattro esperti, cristiani e musulmani, di ambito accademico e sociale, che hanno dato vita a una interessantissima tavola rotonda coordinata da Sherahazade. Argomento era il dialogo interreligioso oggi. Mi ha colpito questo: il dialogo NON E’ UN OPTIONAL, MA E’ COSTITUTIVO ESSENZIALE DI OGNI PERSONA.

E pertanto il dialogo fra religioni, che si svolge fra persone, protegge la religione dal diventare altro: settarismo, esclusivismo, egoismo, integralismo, se queste si mantengono in atteggiamento costante di apertura e di dialogo.
Vengono in mente tanti grandi personaggi, vicini e lontani: Don Milani, La Pira, Gandhi, Luther King...

Quindi, proseguivano gli esperti della nostra tavola rotonda, vive davvero l’Islam (che vuol dire “fidarsi”, “essere in pace”, “essere umili” “ascoltare dentro sè e gli altri”...) chi è COSTANTEMENTE IN DIALOGO NELLA VITA. E questo vale anche per chi vuole vivere il Cristianesimo e qualunque altra religione.
Bellissime le esperienze, che hanno uno spessore di concretezza alla giornata. Ne abbiamo sentite tante, dal Veneto alla Lombardia, dal Lazio all’Abruzzo; una più bella dell’altra.
Ma se dovessi sceglierne una sceglierei proprio un’esperienza fiorentina, quella riportata dal musulmano Mohamed, un amico della Somalia, che ci ha tratteggiato la figura del focolarino Sandro Longo, scomparso prematuramente vent’anni fa ma, sono parole di Mohamed, “dopo aver svolto così bene la missione che era stato mandato a svolgere sulla terra”.

E qui, toccando le corde più intime di tutti i presenti in sala, ha rievocato la scena di quando Sandro Longo lo prese sottobraccio, 23 anni fa, e gli consegnò le chiavi del Centro Internazionale La Pira, per permettere ai suoi frequentatori musulmani di avere a Firenze un posto per pregare. Che fu l’atto di nascita della prima Moschea fiorentina. E mi colpivano le parole di Mohamed, commosso per la fiducia che gli veniva data con la consegna delle chiavi del Centro proprio a lui, straniero, nero e musulmano.


Certo, è innegabile che questo grande evento di dialogo non ha avuto praticamente risonanza sui principali mass media, e che hanno invece enorme impatto mediatico episodi come il feroce attacco in Iraq ad una Chiesa cristiana, avvenuto proprio quella domenica 31 ottobre.
Ma anche qui se da un lato c’è da stare attenti a non commettere la facile e quanto mai ingannevole identificazione terrorismo=Islam, dall’altro bisogna ringraziare quelle testate giornalistiche come il Tg3 regionale e Toscana Oggi che, nel rilievo dato all’evento di Loppiano, hanno fatto davvero “servizio pubblico”, richiamandoci tutti a sentirci custodi del bene comune.




Bibliografia
Per chi cercasse maggiori dettagli c’è un bell’inserto sull’ultimo numero di Toscana Oggi (n°41) dedicato all’evento della scorsa domenica a Loppiano. Chi invece volesse approfondire queste tematiche e conoscere meglio il particolare Carisma, la spiritualità di comunione, da cui si sono generati questi eventi, legga Roberto Catalano, Spiritualità di Comunione e dialogo interreligioso, L’esperienza di Chiara Lubich e del Movimento dei Focolari, Città Nuova, 2010.

Ultimo aggiornamento Sabato 10 Settembre 2011 09:15