Il mio appassionato cammino nell’Associazione Italiana di Radioascolto

Giovedì 28 Aprile 2022 19:42 amministratore
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Quest'anno l'Associazione Italiana di Radioascolto compie nientemeno che 40 anni. Un risultato di rilievo assoluto nel panorama associativo nazionale e internazionale.
Con mio particolare piacere mi è stato chiesto un articolo per la loro Rivista, RADIORAMA che oggi é arrivata in pubblicazione col numero speciale dedicato appunto al 40° anniversario dalla fondazione e che qui ripubblico, ringraziando l'AIR per aver cortesemente concesso la pubblicazione.
L'AIR è certamente un'associazione da tenere d'occhio se siamo interessati a tutto quanto ruota intorno al mondo delle onde radio e delle relative trasmissioni, apparecchi riceventi e antenne inclusi, naturalmente.
Sito web Associazione Italiana di Radioascolto: https://www.air-radio.it/index.php/2022/04/28/radiorama-numero-116/
Il mio appassionato cammino nell’Associazione Italiana di Radioascolto

 

 

 

di Flavio Gori


Il primo ricordo che ho di un apparecchio radio, è quello a casa di mia nonna materna. Si trattava di un ingombrante mobiletto con una serie di numeri e nomi, da cui uscivano voci, musica ma anche strani e improvvisi rumori. In seguito seppi che si trattava di una gamma chiamata onde corte grazie alle quali si potevano ascoltare trasmissioni che partivano da molto lontano, Parigi, Londra, Praga o Budapest, con la cui emittente molti anni dopo avrei collaborato negli ultimi mesi dell’esistenza della loro trasmissione in italiano.

A casa mia c’era un apparecchio simile ma io me lo ricordo più che altro spento, forse perché in quei momenti arrivò a casa un altro oggetto a forma di cubo, che veniva chiamato televisore e quell’oggetto calamitava tutta l’attenzione della famiglia.


La radio dei primi anni ’60 me la ricordo soprattutto perché alle 19.30 dall’abitazione sotto alla nostra arrivavano i suoni della sigla di Radio Sera che per me era il segnale che il babbo stava per tornare a casa dopo un’altra giornata di lavoro.

Da vari anni sto cercando di ritrovare quella sigla per poterla copiare sul mio Mac, ma non riesco a trovare quella originale dell’epoca. Se qualcuno potesse dirmi dove posso scaricarla, mi farebbe una vera cortesia.

Per tornare ad essere affascinato dalle onde radio dovetti aspettare la fine degli anni ’80 quando, per una serie di apparentemente fortuite coincidenze, mi ritrovai a leggere un numero saggio di RADIORAMA. Mi piacque così tanto che me lo portai in vacanza.

Al rientro mi associai all’AIR e presi presto contatto con il gruppo fiorentino, partecipando alle periodiche riunioni. 

Grazie a quegli incontri non solo cominciai a capire qualcosa delle meraviglie delle onde radio, ma ebbi la fortuna di conoscere splendide persone con cui avrei stabilito amicizie tuttora presenti.

Col tempo mi appassionai sempre più alla propagazione nel settore delle basse e bassissime frequenze, quella che all’epoca veniva denominata Radio Natura, ovvero
emissioni naturali che troviamo nella cavità Terra-Ionosfera:  una sorta di tesoro nascosto e dimenticato.

Sempre alla ricerca di qualcosa in più e più approfondito, chiesi un numero saggio a una rivista stampata da appassionati americani del ramo, The Lowdown, a cui non avendo dollari in moneta inviai 5$ (naturalmente siamo in epoca pre-Internet e i tempi per i contatti erano assai più lunghi di quanto oggi sperimentiamo.
Fatto sta che dopo un mesetto arrivò la risposta: 5$ sono troppi per un numero, ne vuoi 2 o ti inviamo il resto?

Nel timore di apparire taccagno, confermai che mi interessavano 2 numeri e aspettai un altro mese e mezzo circa, prima di ricevere i due numeri.

In uno solo di questi, c’era una comunicazione con cui la NASA chiedeva la collaborazione degli appassionati delle onde lunghe in tutto il mondo, per un esperimento che nella primavera successiva (1992) avrebbe condotto lo Space Shuttle STS 25.


Inutile dire che inviai subito la mia disponibilità, inviando contemporaneamente la richiesta di un ricevitore portatile WR3, dalle dimensioni di un pacchetto di sigarette.

La portabilità era fondamentale, visto che per sperare di ricevere quella banda radio con un minimo di abbassamento del forte rumore più che altro causato dai 50Hz e relative armoniche, era necessario allontanarsi di alcuni km dalle linee elettriche.

Qualche mese prima avevo acquistato (per motivi francamente inspiegabili - come ripeteva mia moglie - al momento dell’acquisto) un già allora vecchio fax a carta chimica.

Tale apparecchio mi tornò utilissimo quando la NASA chiese un fax contact europeo a cui inviare i programmi delle emissioni, che poi si sarebbero dovuti rilanciare agli altri partecipanti europei. All’epoca era l’unico ad avere un fax disponibile H24 e quindi fui nominato European Fax Contactper la missione.

Da allora i miei contatti col Centro di Volo Spaziale Goddard (dove aveva sede il Progetto Inspire dedicato alla ricerca nella bassa banda radio in collaborazione con studenti e appassionati nel mondo) diventarono frequenti e pochi mesi dopo fui nominato Coordinatore Europeo del Progetto, con tanto di email NASA e soprattutto la possibilità di partecipare a riunioni (eravamo nel frattempo passati all’era Internet) via computer dove partecipavano scienziati di Goddard. Con alcuni di loro il rapporto era ormai diventato amichevole e ci sentivamo più volte nell’arco della settimana.

Molti sono stati i programmi di registrazione delle VLF a cui ho partecipato, sia proposti dalla NASA che dal sottoscritto. Uno dei miei progetti fu passato da Goddard al centro di Volo Spaziale Marshall, in Alabama. Si trattava di utilizzare un pallone sonda (specialità di Marshall) per verificare se le meteoriti rilasciassero un’impronta nelle VLF nel loro ingresso nell’atmosfera.

Tale progetto fu inviato il 14 agosto 1999 a Goddard e 20 giorni dopo era già in operatività a Marshall!

Ancora più incredibile fu quando la NASA mi chiese se volevo battezzare con un nome il progetto. Con un po’ di trepidazione chiesi se si poteva dedicare a mia figlia Marina (all’epoca 4 anni) e con mia grande sorpresa e gioia, la NASA accettò.

In rappresentanza del Progetto Inspire mi sono recato per tre volte (2001-2002-2006) nella valle di Hessdalen (Norvegia) per cercare di contribuire a decifrare l’omonimo fenomeno luminoso, che da svariati anni viene registrato otticamente in quella valle e tuttora inspiegato.

Tralascio le nottate trascorse all’ascolto e registrazione dei segnali Apha dall’Unione Sovietica e poi Russia, o quelle in attesa dei segnali inviati dalla stazione orbitante MIR, o quelli alla ricerca di impronte EM causate dalla cometa Schumacher-Levy mentre si infrangeva nell’atmosfera di Giove, o quando i gruppi europei di Inspire collaboravano con i colleghi americani in coincidenza di eclissi solari visibili in America, per capire se vi fossero correlazioni tra zone interessate dall’eclissi e altre non interessate. E tornano in mente tanti amici italiani e stranieri coi quali ci sentivamo spesso per coordinarci o anche solo per un saluto.

Ma c’è stato anche chi, come Stas Klimov, all’epoca responsabile del laboratorio EM dell’Accademia delle Scienze di Russia, è passato da casa mia per un saluto di persona, dopo aver partecipato a un incontro internazionale in quel di Graz (Austria) dedicato alla stazione ISS.


Le persone e gli eventi che tornano in mente sono tantissimi ma non voglio tediarvi coi ricordi di un vecchio appassionato della radio e delle onde radio. 
Mi pare che ora gli strumenti a disposizione siano assai più raffinati, ma i vecchi Icom che tuttora albergano in casa mia, sempre pronti a partecipare alle sempre più rare sessioni di ascolto, mi danno ancora tanta soddisfazione.

Ancora ricordo le prime notti all’ascolto del mio Icom R71E che con un’antenna filare mi permise di ascoltare Radio Pechino durante le manifestazioni di Piazza Tienammen, nel 1989. Uno dei primi giorni con una radio ‘seria’.

Certo quando ripenso ai due numeri del Lowdown ricevuti e che solo in uno di questi c’era la comunicazione della NASA, non posso evitare di pensare cosa sarebbe successo se avessi deciso di riceverne solo uno. E se fosse stato quello ‘sbagliato’? E se non avessi comprato quella vecchia e inutile fax machine? 

Una sola cosa è certa: le onde radio sono una meraviglia e una scoperta continua. Pertanto credo sia più che giusto augurare lunga vita alla radio e all’AIR che quest’anno compie ben 40 anni.

Un risultato davvero importante e vorrei approfittare dell’occasione per complimentarmi con chi, in tutti questi anni, ha saputo guidare l’Associazione fino a questo prestigioso risultato. 

Evidentemente si tratta di un gruppo di persone armate di passione e solide competenze. 

Bravissimi! Un abbraccio a voi tutti.

 

 

Sito web Associazione Italiana di Radioascolto: https://www.air-radio.it/index.php/2022/04/28/radiorama-numero-116/

Ultimo aggiornamento Venerdì 29 Aprile 2022 08:05