2020: Culture e sub-culture.

Mercoledì 30 Dicembre 2020 10:25 amministratore
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Autore: Flavio Gori


Come sappiamo, il 2020 ha un bel nome ma ci ha portato poco di buono.

Tra le tante cose negative di quest’anno, scelgo una sorta di coltellata alla schiena che ho ricevuto (e ancora di più l’ha ricevuta la cultura di sinistra) il 18 agosto leggendo casualmente la bacheca fb di un ‘collaboratore’ di quello che é il mio quotidiano di riferimento da una 50ina d’anni.

 

 

Da qualche giorno in quella bacheca il ‘collaboratore’ si scagliava contro chi non la pensava come lui sulla pandemia, non con la forza delle idee, delle prove o di altro che sia ‘misurabile’ ma definendo direttamente cialtroni e decerebrati chi ha e soprattutto espone un’idea diversa dalla sua.

Molti dei suoi amici fb facevano a gara per rincarare la dose, cercando con attenzione vocaboli e offese che ridicolizzassero ancora di più la controparte.

Non potevo esimermi dall’intervenire, non certo per dare ragione a questi o a quelli, quanto per sottolineare la triste fine a cui stavano condannando la cultura di sinistra, che si ritrovava a usare metodi e vocaboli che nella mia memoria appartenevano  a tutt’altra parte ‘culturale’. A quella che usa ridicolizzare il ‘nemico’ mancando di argomenti.

A conferma del basso livello degli interventi, sono stato preso di mira e immediatamente battezzato rappresentante della controparte: non si sono neanche chiesti se valesse la pena leggere quel che avevo scritto. L’importante era attaccare mantenendo il solito schema.

 

Alla seconda o terza volta che spiegavo qual era il punto non hanno replicato. Forse si erano dedicati ad attaccare un altro ‘nemico’.

Possibile che anche a sinistra ci si sia ridotti a ridicolizzare, offendere, deridere l’avversario? possibile che non si capisca che in questo modo stiamo pugnalando e banalizzando la nostra cultura, la nostra storia?  Si, certo. Andrebbero conosciute.

Sinceramente mai avrei pensato di trovare simili metodi nella pagina di un ‘collaboratore’ del mio giornale preferito e forse per questo l’ho vissuta come una coltellata alla schiena che mi ha lasciato ferito per diversi giorni. talvolta ripensando a qualche scritto di Gramsci e Ingrao che qualcuno sembrerebbe aver dimenticato.

Personalmente non credo che questo modo di trattare chi la pensa in maniera diversa sia frutto dei social network. Credo che questi siano stati dei detonatori di un modo di essere che già era dentro di noi e che aspettava il mezzo giusto per essere reso pubblico. Il che denota un problema se possibile ancora più grave, a cui non sembriamo avere rimedio. Media, famiglie e scuole comprese. In qualche caso essi stessi mezzi d’innesco.

Il dispiacere per aver scoperto questo modo di trattare l’avversario (certi preferiscono definirlo ‘nemico’) è stato in parte mitigato dal fatto che quello stesso 18 agosto scadeva anche il mio abbonamento a quel quotidiano.

Abbonamento che non ho rinnovato.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 30 Dicembre 2020 13:58