La Mia Isola: Alcune domande a Rosaria Piseri

Domenica 05 Aprile 2020 14:01 amministratore
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Siamo dunque arrivati al decimo capitolo del racconto in prima persona di Rosaria Piseri. Un racconto che riguarda lei stessa, la sua vita, una scelta fondamentale per il suo futuro personale e professionale: la decisione di lasciare la sua vita a Milano per emigrare in una piccola e poco abitata isola irlandese: Aran.

Nei precedenti capitoli abbiamo vissuto grazie al racconto di Rosaria alcuni aspetti non secondari di ciò che ci si può trovare davanti, amicizie pensate ma non realizzate, difficoltà economiche, amicizie inaspettate e quindi ancor più apprezzate e molto altro ancora.

Soprattutto, a mio giudizio, ciò che ne viene fuori è una grande forza d’animo, una convinzione granitica seppure a volte sull’orlo di collassare per le tante difficoltà incontrate. Eppure alla fine la volontà e la passione di Rosaria hanno avuto la meglio e che l’hanno positivamente accompagnata nei molti anni di vita in terra d’Irlanda.

Tutto questo mi ha fatto venire in mente alcune domande, alle quali Rosaria ha gentilmente accettato di rispondere, con la sua usuale franchezza.

Vi invito a leggerle, in attesa della pubblicazione del decimo capitolo della sua storia di vita vissuta.

Flavio Gori

 

 

 

Scelta non facile la tua e, m’immagino, un po’ difficile anche per opposizioni che possono venire dalla famiglia, dai parenti, dagli amici, dalla stessa nostra cultura italiana… o sbaglio?

La mia scelta non fu improvvisa, per questo non penso sia corretto paragonare la mia partenza ad una fuga. Tuttavia, una volta lasciata l'Italia, nel Gennaio del 2001, non tornai mai piú sui miei passi, né mi pentii della strada scelta.

Ovviamente, mia madre non fu mai d'accordo che io lasciassi mio marito e unicamente per motivi religiosi (sacralitá del matrimonio). Insisteva che Dio volesse da me la sottomissione a mio marito. Cosa che naturalmente non potevo accettare!

I miei figli avevano raggiunto la maggior etá e non si opposero.

Amici non ne avevo piú da molto tempo, poiché mio marito non mi permetteva di frequentare persone che non gradiva, mi boicottava ogni tentativo di avere interessi che non poteva né voleva condividere. Cosí, anche su quel fronte non avevo nulla da perdere!

La cultura italiana ha potuto ritornare ad essere un interesse solo dopo la mia partenza. Tra le mura di casa, non ero libera neppure di leggere un libro o interessarmi di arte, musica e cultura, a meno che non lo facessi di nascosto.

Quando mio marito decise di andare in pensione, nel 1997, cominció ad organizzare il mio tempo libero piú del suo, finché, davvero, la situazione divenne insopportabile.

 

 

Di cosa ti occupavi a Milano e in Italia ancor prima di cominciare a pensare che l’Isola di Aran poteva essere il tuo futuro?


Il mio primo tentativo di indipendenza fu l’accettazione di un lavoro part time, quando i bambini cominciarono a frequentare l'asilo.

Dovetti lottare con tutte le mie forze per mantenere le mie attivitá lavorative, ed ancora oggi mi sento in colpa per questo, perché mio marito, per convincermi a restare a casa, colpiva e maltrattava i bambini. Purtroppo, solo dopo la mia partenza per l'Irlanda, i miei figli mi raccontarono quello che succedeva allora tra le mura domestiche.

Negli ultimi anni trascorsi a Milano, cercai di lavorare il piú possibile. Il lavoro regolare, i cui stipendi alimentavano il conto in comune con mio marito, era sotto controllo rigoroso, quindi per alcuni anni alimentai un conto corrente personale aperto in Irlanda, dove confluivano i guadagni di lavori di traduzioni per la mia corrispondente e amica Cathy, di Cork.

I lavori vari occupavano tutto il mio tempo, a parte le normali attivitá di casalinga, madre e (mio malgrado) moglie, mi aiutó a costruire il mio principio di indipendenza, finché venne il momento per agire!

 


Cosa deve arrivare nel nostro cervello per capire che quella é la scelta da fare nonostante le difficoltà che una decisione del genere comporta a vario titolo (personale, professionale, familiare…)

La pressione creata dalla soppressione puó essere esplosiva, se non si riesce a mantenere una certa freddezza mentale. Io trovai sollievo nel pianificare lentamente e progressivamente ogni dettaglio della mia liberazione.

Nell'attesa che i figli raggiungessero la maggiore etá, condizione indispensabile per impedire che il loro padre potesse chiedere la loro custodia, costruii le mie relazioni lavorative con societá Irlandesi, in modo da ottenere una fonte di reddito, una volta trasferita.

Il mio stipendio italiano doveva essere obbligatoriamente accreditato sul conto in comune con mio marito, quindi era necessario consolidare relazioni lavorative esterne. Creai una societá che commercializzava alghe irlandesi in Italia, che mi aiutó ad essere apprezzata presso il fornitore Irlandese, ma non ebbe lunga durata, a causa del proibitivo sistema italiano di tassazione e la crescente concorrenza da parte di aziende importanti del settore agricolo.

Poco prima di lasciare l'Italia, ebbi l'occasione incredibilmente offertami da una società del settore agricolo, oggi parte di una multinazionale italiana, di acquisire il mio marchio "Marvita" per il loro estratto di alghe da usare come fertilizzante.

Quella somma mi permise di affrettare i miei piani.

 


Quindi a un certo punto la tua attenzione si è rivolta verso le alghe. Perché e perché quelle irlandesi?

Le alghe irlandesi ed ogni affare ad esse legato, furono il mezzo che finanzió la mia liberazione. Tuttavia, non fu per questo che divenni sempre piú interessata a questo settore.

Inizialmente, negli anni novanta, si trattava solo di estratti di alga Ascophyllum nodosum ad uso agricolo. Con la Societá Marvita usai ogni ricavo per sviluppare la ricerca su campo. Se le alghe non contenevano sufficienti quantitá di Azoto, Fosforo e Potassio, come potevano rendere le piante forti e sane? Il "mistero" era intrigante e degno di essere attentamente osservato.

Questa ricerca, estesa sul territorio Siciliano grazie ad un corrispondente eccezionale di Palermo, ispiró il futuro dell'utilizzo di estratti di alghe in agricoltura in tutta l'Italia. Finalmente, scoprimmo come agiva l'applicazione fogliare di alghe liquide e da lí in poi, altre ricerche furono condotte dalla concorrenza.

L'industria delle alghe in Irlanda era solo agli albori, ma la sua crescita divenne esponenziale quando nel 2011 il disastro nucleare di Fukushima inquinó la maggiore produzione di alghe mondiale.

L'oceano della costa ad ovest dell'Irlanda resta sempre il meno inquinato del pianeta, quindi per me non avrebbe senso usare alghe provenienti da altre parti dell'Irlanda o del mondo.

Da quando sono arrivata in Irlanda, ho sempre utilizzato tutti i ricavi dei miei lavori per proseguire le mie ricerche, soprattutto quelle legate alla salute umana, essendo alcuni componenti delle alghe (riconosciuti anche da scienziati convenzionali) attivi quali inibitori di Virus, Batteri e Cellule cancerogene.

 

Ora come sono i tuoi rapporti con tuo marito?

Nei confronti di mio marito, in quanto persona che ha tentato per il quarto di secolo della nostra vita matrimoniale, di sopprimere o reprimere ogni mio interesse che non fosse considerato nella sua ristretta mentalitá egoistica, non provo alcun odio.

In effetti, assurdamente, se fosse stato anche solo leggermente piú tollerante e tollerabile, non avrei avuto il coraggio di lasciarlo e cominciare una nuova vita a migliaia di chilometri di distanza.

Quando penso a tutto quello che non avrei potuto fare se fossi rimasta con lui e mi fossi adattata alla sua "dittatura", non posso che sentirmi grata nei suoi confronti per avere reso la mia vita impossibile.

Non ho bisogno di volergli male o essere vendicativa, perché la vita in solitudine in cui si trova ora lo sta consumando inesorabilmente.

Ultimo aggiornamento Domenica 05 Aprile 2020 14:08